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"Povere creature!"

Chi sono le povere creature? Sono, a mio avviso, tutti i personaggi polarizzati e imprigionati dentro un solo sguardo, culturale o biologico che sia. Gli esperimenti del dott. Baxster (un novello dott. Frankenstein), sembrerebbero portare alla luce l'importanza di tenere insieme dentro noi più parti: gli animali "assemblati" presenti nel film ci portano nella direzione simbolica di un istinto non codificato anatomicamente; Bella "salvata" dal geniale chirurgo, Godwin Baxster, e ricostruita con il cervello del bambino che avrebbe dovuto nascere da lei, è essa stessa rappresentante di un insieme di parti: la puella ingenua e pura e il suo corpo adulto che rappresenta l'icona più seducente di una collettività vittoriana decadente e ipocrita ancorata al solo e unico sguardo convenzionale sulle donne. Le povere creature sono tutte le posizioni estreme e unidirezionali ben caratterizzate nel film anche da alcuni personaggi maschili, misogeni e sadici.
Il sesso e la libertà sessuale sono la parte più debole di tutto il film: se la libertà è libertà espressiva soggettiva, non si capisce perché si debba necessariamente scimmiottare un processo di godimento maschile, molto lontano dal sentire sessuale femminile e, più in generale, da un sentire e vivere soggettivo.
Freud tuonava, sull'entusiasmo iniziale della sua teoria edipica, che "l'anatomia è un destino", ma (peraltro anche Freud cambiò idea molti anni dopo), sarebbe più corretto dire che l'anatomia, quando si impasta con la psiche e con le scelte di ognuno, rimane, nonostante tutta la fisiologia e i processi ormonali annessi, un mistero perché abolisce ogni forma di sessuazione biologica determinata. La libertà che il padre simbolico di Bella sa esprimere nei suoi confronti lasciandola libera di andarsene, è il tratto di ricerca evolutiva più significativo ed emozionante. Questo è il punto focale: il discorso che gli altri fanno di noi, così come il chirurgo scienziato fa con Bella lasciandola andare nel mondo, è l'inizio della costruzione dell'identità di genere e delle libertà di scegliere ad esso connesse. Lo scienziato, anch'esso sottoposto ad esperimenti da parte del padre, si innamora dell'esistenza di Bella per ciò che potrà esprimere e la sa riconoscere profondamente.
E' un film che manca di mistero e non sorprende affatto, come se tutto il processo di crescita e di libertà fosse rappresentato in modo lineare e a senso unico. Nonostante il merito di magistrali interpretazioni come quelle di Dafoe, di Ruffalo e soprattutto di Emma Stone (l'eroina del film), una splendida fotografia con un interessante uso del grandangolo, resta un film sul piano dei contenuti creativi (politici, etici, di libertà di genere e sessuale) molto debole e deludente.
Alla fine l'amore si stringe attorno al chirurgo morente, come se si ripartisse e riparasse ciò che veramente vale: l'abbraccio eterno tra esistenze che per puro caso si incontrano e si sanno riconoscere.

Immagini, mito e poetica della clinica
"Perfect Days"

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