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Paolo Bartolini: Dalla parte della lama

Dalla parte della lama, il titolo di questa raccolta poetica di Paolo Bartolini coagula il senso di tutta la raccolta nel coraggio di esporsi senza sosta e continuità alla lama, come la vita si espone alla vita logorando un pò la propria soglia di casa. Sara Costanzo1 nell'introdurre Christian Bobin nell'abitare poeticamente il mondo, ci ricorda che i latini per curare usavano la parola colere da cui "cultum" origine del termine cultura. L'agricoltura significava quindi prendersi cura del campo e stare nel campo, della vita, tutta intera. La cultura quindi è massima rappresentazione della capacità si seminare, faticare, soffrire, fare crescere, accudire, amare e conoscere. La terra ha bisogno della conoscenza del tempo e della natura per poter donare ciclicamente il suoi frutti. La poesia di Paolo Bartolini è poesia che nasce nel campo della vita, dove l'amore e la morte provano a danzare per dare forma ad un vivere poetico che attraversa i diversi tempi/ritmi/dimensioni del sentire, del percepire e del morire. Poesia del limite e del bordo estremo che sa richiamare, tra i tanti possibili, l'equilibrismo di Giorgio Caproni in dialogo con Emily Dickinson, con i colori fortissimi e densi e nel disegno nitido delle parole usate: Comunque vada/ ricordati che tu sei/ tanto il viandante/ quanto la strada.

L'ordito sottotraccia di tutte le poesie, raggruppa l'intera silloge dell'autore, nel vivere per l'amore e per la morte tutti insieme in un'immagine: Quel rosa caldo sulla facciata/dei palazzi, quando tramonta l'occhio/a cui eravamo abituati. Incanto del colore, eco di una promessa già esaudita/ prima del tempo, nostra provenienza /destinata. Nel sangue /coincidono l'arrivo e la partenza/per un attimo tramonta/anche il dolore. Ogni verso di Paolo Bartolini si fa immagine profonda, fotogramma senza sbavature, ma velato da quell'incommensurabile mistero che inchioda le cose rilanciandole lontano come se richiamasse quelle ceneri di Gramsci dove poesia, impegno civile e dubbi dentro una metrica desueta, parlano di un tempo solidale con il tempo visionario di un missionario politico: …/In quest'epoca votata al suicidio, alla corsa folle verso la voragine/ noi possiamo poco e molto/: essere pietre di inciampo/ sassi insidiosi per il potere/ risveglio brusco/ per sonnambuli in bilico. La poesia di Paolo Bartolini sembra servirsi d'ogni cosa creata per farla vibrare, rendendo caldi e roventi quei versi che ne cantano il senso, dentro una prospettiva dell'accadere di possibile sopravvivenza. Il dolore "è qualcosa che fa male nel cuore dell'amore" scrive Roland Barthes2 tra le pagine del suo diario all'indomani della morte della madre, dove lo scandalo indicibile della morte, trova voce in un linguaggio intimo, condiviso e universale: "Le parole della Morte: E' indicibile/Perchè, perché?/Per sempre". La poesia di Paolo Bartolini, richiama e fa risuonare nella dolcezza e nel rallentamento quell'amore assoluto dove Al lento declivio affido quest'anima/di clausura/che si è fatta rabdomante/Io e lei cerchiamo/i giacigli/degli amanti/lo scompiglio/delle parole/un aperto /immenso/da custodire nella memoria.

Poiesis significa soprattutto arte del fare e del creare che dalla terra al cielo sa accompagnare il gesto umano che, con volti di colori cangianti, da corpo si fa suono, forma e vibrazione: così pare essere nato il mondo; così pare formarsi, con un richiamo implicito alle Duineser Elegien, una risposta estetica che sa superare l'inconsistenza e la caducità; attraverso il dire della poesia, Paolo Bartolini cerca di rispondere all'emergenza esistenziale e psicologica come soluzione vissuta di un amore vitale ed essenziale. Se la pelle rabbrividisce/ ai confini di una carezza/non desistere/apri con sfrontatezza/la scorza dietro/cui mi nascondo. Mettimi al mondo/una volta per tutte/ insegna alle mie dita/a suonare uno spartito/ che non vedo. Portami tutto/ dentro la tua vita.

NOTE:

1 Costanzo S., (2018), La poesia: un'arte della vita, in Abitare poeticamente il mondo, Animamundi: Otranto
2 Barthes, R., (2010), Dove lei non è, Einaudi: Torino, p.81

CONTRIBUTI AGGIUNTIVI

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